2 October 2007
Baraccati ribelli repressi in tutto il Sud Afric
Fine settimana di violenza contro i movimenti dei
senza casa in Sud Africa. Si è conclusa con cariche
della polizia e decine di arresti la settimana di
proteste promosse in tutto il paese che hanno coinvolto
migliaia di persone contro il governo nazionale e
contro numerose amministrazioni locali.
«Avevamo appena finito un momento di preghiera,
quando si è scatenata la violenza della polizia», racconta
da Durban Filippo Mondini, missionario comboniano,
tra i rappresentanti della rete Abahlali base
Mjondolo, il più grande movimento di poveri del paese
con sedi in più di quaranta città, in particolare a Durban,
Pinetown, Pietermaritzburg e Port Shepstone.
Venerdì scorso Abahlali aveva promosso una manifestazione
alla quale avevano aderito oltre ventimila
persone: prima dell’annunciato incontro con il sindaco
di Durban, richiesto per consegnare un documento con
le proposte delle comunità che vivono nelle periferie
della città, la polizia ha cominciato a caricare, sparare
pallottole di gomma e idranti sulla folla. Decine le
persone arrestate e ferite. Altre iniziative di protesta
sono state organizzate e represse nei giorni scorsi
anche a Città del Capo e Pretoria.
«Stanno negando i servizi di base in molte città. Dicono
che vogliono demolire le baracche – aggiunge
Filippo Mondini –, di fatto vogliono eliminare i baraccati.
Nessuno provvedimento viene preso con il coinvolgimento
dei più poveri. Dobbiamo ribellarci per
sopravvivvere. Nel nostro paese non c’è democrazia.
Per questo, e per ottenere l’immediata moratoria delle
demolizioni in atto, nei prossimi giorni organizzeremo
assemblee, iniziative di protesta e momenti di
preghiera in strada». Intanto, la rete International
Alliance of Inhabitants, dopo il successo della campagna
«W Nairobi W» sta valutando l’idea di promuovere
una analoga campagna internazionale per
sostenere i baraccati del Sud Africa.