Abahlali. Scrivete una e-mail di protesta all’ambasciata sudafricana

http://www.carta.org/campagne/dal+mondo/africa/18620

Abahlali. Scrivete una e-mail di protesta all’ambasciata sudafricana
Filippo Mondini
[22 Ottobre 2009]

Pubblichiamo la lettera con la quale Filippo Mondini, missionario comboniano a Castel Volturno ma che ha vissuto molti anni in Sudafrica, chiede di sostenere il movimento delle persone che vivono nelle baraccopoli Abahlali scrivendo una email di protesta all’ambasciata sudafricana.

«Cari amici e care amiche, come sapete stiamo seguendo le vicende del movimento Abahlali baseMjondolo di Durban, che ha subito qualche settimana fa una violenta repressione, nella quale tre persone sono morte e migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case e vivono ora da rifugiati nella loro stessa città. I leader del movimento sono stati minacciati di morte, e sembra evidente che alcuni membri locali dell’African National Congress [Anc] abbiano un ruolo in quanto è accaduto. Potete trovare altre informazioni su www.abahlali.org e nel sito di Carta [i link sono nella colonna di destra].
Il movimento sta raccogliendo la solidarietà di moltissime associazioni, gruppi, movimenti, chiese, accademici e comuni cittadini in tutto il mondo.
Visto che le autorità sudafricane sono molto interessate all’immagine internazionale del Paese in vista del mondiali di calcio 2010, pensiamo che sia importante scrivere anche dall’Italia per far sentire la nostra contrarietà per ciò che accaduto e per chiedere che le autorita’ e l’Anc si impegnino per garantire democrazia e pluralismo nelle baraccopoli.
Vi alleghiamo una lettera da inviare via email all’ambasciata sudafricana a Roma. Speriamo che di fronte a molte mail di cittadini italiani, le autorità sudafricane sentano un po’ di «fiato sul collo» e vedano che «il mondo sta guardandando».
E’ questione di un minuto: copiate il testo, firmaltelo inviatelo a sae@sudafrica.it e rome.political@foreign.gov.za
Scriveteci, per cortesia, anche a abmsolidarity@gmail.com così possiamo tenere conto di quante mail vengono inviate.
Non e’ un’iniziativa inutile: facciamo capire al Sudafrica che il mondo sta guardando.
Noi, e anche Abahlali, vi ringraziamo.

Francesco Gastaldon
Filippo Mondini

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Sua Eccellenza Ambasciatrice Mtintso,
Sto seguendo con preoccupazione le notizie che sono riportate sui giornali sudafricani e che mi giungono da amici che si trovano in Sudafrica.
Mi riferisco alle violenze che sono avvenute a più riprese nell’insediamento informale di Kennedy Road a Durban a partire dalla notte del 26 settembre 2009.
Dai resoconti dei giornali è evidente che le violenze sono state dirette verso membri e simpatizzanti del movimento Abahlali baseMjondolo attivo nell’insediamento (nel quale sorgeva anche l’ufficio del movimento). Oltre a tre morti accertati, il presidente e il vicepresidente di Abahlali baseMjondolo vivono nascosti dopo aver ricevuto minacce di morte, le abitazioni di molti membri del movimento sono state distrutte e circa un migliaio di persone sono state costrette a lasciare l’insediamento e ora vivono come rifugiati nella loro stessa città.
L’attacco è stato perpetrato da una folla di circa quaranta persone armate, ma nessuno nei componenti di questa “milizia” è stato arrestato. Invece, le uniche persone che sono detenute sono proprio membri del movimento Abahlali baseMjondolo, è cioè il gruppo vittima dell’attacco.
Più di tutto, mi preoccupa il ruolo ambiguo della polizia locale e dei dirigenti locali dell’African National Congress (Anc). Questi hanno dichiarato alla stampa che l’insediamento di Kennedy Road è stato “liberato” da Abahlali baseMjondolo e sono apparse cronache che raccontano di riunioni dell’ANC a Kennedy Road nei giorni dopo l’attacco. Non è un mistero che l’ANC non veda di buon occhio Abahlali baseMjondolo: il partito e le autorità locali (come il consigliere locale Yakoob Baig) hanno forse un ruolo in quanto è accaduto?
Come amico del popolo sudafricano, non posso accettare che a Durban avvengano episodi di violenza politicamente motivata. Questo non è degno della storia del Sudafrica e non getta buona luce sul Paese che dovrà ospitare i mondiali di calcio 2010.
Mi unisco alle richieste di Abahlali baseMjondolo, dei leader religiosi sudafricani, di associazioni, ONG, accademici e semplici cittadini di tutto il mondo, e per Suo tramite chiedo alle autorità sudafricane che:
– venga aperta un’indagine seria e imparziale sulle violenze e sull’operato della polizia locale;
– l’ANC si impegni a garantire il pluralismo politico negli insediamenti e condanni le violenze a danno di Abahlali baseMjondolo;
– le persone che hanno perso la casa e i loro averi vengano sostenute dallo Stato, e che sia fornita loro al più presto una sistemazione alternativa;
– che venga restaurata la democrazia e il diritto di organizzarsi a Kennedy Road e in tutto gli insediamenti informali di Durban.
Certo che vorrà dare alla mia comunicazione il peso che merita, porgo distinti saluti.