Il Manifesto: Township in ebollizione, l’Anc assediato a sinistra

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di Stefano Liberti

Township in ebollizione, l’Anc assediato a sinistra

Rivolte nelle baraccopoli, il partito di Mandela in difficoltà
La tensione sale nelle township sudafricane. Sale sempre di più, man mano che si avvicina la data fatidica, quel 2010 in cui i riflettori del mondo saranno puntati sul paese arcobaleno che ospiterà i primi mondiali di calcio in terra africana. All’ombra dei grandi lavori di restyling delle città, si susseguono ormai con cadenza quotidiana manifestazioni in cui gli abitanti delle bidonville chiedono migliori condizioni di vita, o semplicemente l’accesso ai servizi di base, come acqua ed elettricità.

L’ultimo scoppio di violenza è avvenuto a Sakhile, una township di Standerton, a est di Johannesburg, dove uomini e donne infuriati hanno dato fuoco a pneumatici e distrutto alcuni edifici governativi, intonando sempre gli stessi slogan: «Zuma, agisci. Elimina la corruzione».

Eletto anche grazie alla promessa di essere più vicino alla gente, il presidente Jacob Zuma si trova ora stretto tra l’incudine dei movimenti sociali che lo hanno appoggiato e vogliono finalmente veder soddisfatte le proprie rivendicazioni e il martello della crisi economica, che ha visto il Sudafrica piombare in recessione per la prima volta dalla fine dell’apartheid. I suoi primi cinque mesi di governo sono quindi stati un continuo di scioperi e manifestazioni, non solo degli abitanti delle township ma anche di vari settori professionali. In quest’ultimo frangente, comunque, Zuma ha deciso di rispondere con un gesto eclatante: dopo aver convocato 280 sindaci nella gigantesca e famigerata township di Khayelitsha, a Cape Town, li ha esortati a combattere la corruzione, perché il loro governo «è inefficiente».

Al di là degli annunci a effetto, la tensione rimane comunque alta tra i movimenti sociali che si battono per il diritto alla casa e il governo sudafricano. Molte di queste associazioni – come l’Anti-Eviction Campaign, l’Abahlali baseMjondolo o l’Anti-privatization Forum – sono sotto attacco, come hanno dimostrato i recenti fatti di Kennedy Road, una township di Durban. Nella notte tra il 26 e il 27 settembre, un gruppo di circa 40 uomini armati ha preso d’assalto l’insediamento, quartier generale dell’Abahlali baseMjondolo, un movimento nato nel 2005 per i diritto alla casa, il cui nome in lingua zulu vuol dire letteralmente «quelli che vivono nelle baracche». Nell’attacco, che ha portato alla distruzione di diversi shacks – le baracche di legno con tetti di lamiera in cui vivono milioni di sudafricani – sono morte almeno tre persone. La polizia, che non è intervenuta sul momento, ha nei giorni successivi arrestato 13 militanti del movimento. Un paio di giorni dopo, il consigliere locale dell’Anc Yacoob Baig si è recato sul posto e non ha condannato le violenze. Anzi, riferendosi al movimento Abahlali, ha detto che «un elemento criminale è stato rimosso». Pian piano si è capito che l’operazione è di fatto stata condotta da uomini vicini o pilotati dall’Anc, irritato dall’eccessivo attivismo dell’associazione Abahlali baseMjondolo. Da diversi giorni, il presidente e il vice-presidente di Abahlali vivono nascosti.

«Quello che sta succedendo ai rappresentanti di Abahlali è qualcosa di gravissimo. È un avvertimento ai poveri a non organizzarsi a non essere critici o rivendicativi», scrive sul newsletter on-line Pambazuka.org Stuart Wilson, un avvocato che ha rappresentato in tribunale alcuni membri di Abalhali. Il punto è proprio questo: questi movimenti, molto presenti nelle township, danno fastidio perché rivendicano diritti e si rivolgono spesso alla giustizia. Solo venerdì scorso, la Corte Costituzionale ha invalidato lo Slum Act del KwaZuluNatal, lo stato di Durban, che consentiva un rapido sgombero degli insediamenti illegali. Una sentenza storica, che farà giurisprudenza in tutto il paese e che rappresenterà un’altra spina del fianco ai modernizzatori dell’Anc. Indovinate chi aveva fatto ricorso alla Corte costituzionale? I membri dell’Abhalali baseMjondolo.