Carta: Abahlali, «La voce dei poveri non si sente»

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Abahlali, «La voce dei poveri non si sente»

«La voce dei poveri non si sente» dice all’agenzia Misna Sbu Zikode, tra i promotori di Abahlali baseMjondolo [«quelli che vivono nella baracche», il movimentato ospitato in Italia per i Mondiali al contrario]. «La Costituzione del Sudafrica e la stessa legge contro le occupazioni illegali – aggiunge – obbligano a garantire agli sfrattati sistemazioni alternative; ma è difficile difendere questo principio, perché le battaglie legali sono costose e i poveri non hanno soldi». Secondo Abahlali in questo momento più di seicento famiglie rischiano di esser cacciate da Hillary, un sobborgo povero di Durban. Il mese scorso anche la stampa straniera aveva raccontato il dramma degli sfrattati di Blikkiesdorp, in lingua afrikaans «la città di latta»: 1.500 tetti di lamiera sorti dal nulla fuori Città del Capo, dove in una stanza sola vivono anche in otto.

«Non vogliono far vedere le ingiustizie del Sudafrica», sostiene Zikode, convinto che la fine del regime di apartheid non abbia cancellato le discriminazioni di classe né ridotto il divario tra ricchi e poveri. Giudizi dolorosi in un paese che questa sera, con l’atteso saluto di Nelson Rolihala Mandela, alias Madiba, al Soccer City di Johannesburg, vuole celebrare l’Africa e una dignità ritrovata. Ma Mandela non ci sarà: Zenani, bisnipote tredicenne dell’ex presidente sudafricano, è infatti morta in un incidente d’auto subito dopo aver lasciato il concerto alla vigilia del calcio d’inizio.

Nel sito di Carta, intanto, prosegue la raccolta firme dell’appello inviato da Zanotelli e Carta all’amasciata sudafricana in Italia.