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Voto per la dignità

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Voto per la dignità

Sudafrica: i poveri chiedono servizi igienici e assistenza.

di Alessandro Barcella

Con molta probabilità vincerà la guerra delle elezioni. Una battaglia però l’ha sicuramente persa: quella dei gabinetti. Jacob Zuma, alla guida dell’African National Congress (Anc) di Nelson Mandela e da due anni presidente del Sudafrica, l’ha capito forse troppo tardi: il consenso si ottiene dando risposte concrete a problemi concreti.

VOTERÀ LA PANCIA DEI SUDAFRICANI. I primi risultati della tornata elettorale amministrativa sono attesi per la mezzanotte del 19 maggio. Una consultazione politica importante, come confermano i numeri: 23 milioni di cittadini al voto (dai 16 anni in su), 121 partiti politici e quasi 53.600 candidati in lizza, 748 dei quali indipendenti.

La sfida riguarda l’amministrazione di 226 consigli locali, 44 distrettuali e otto grandi città. E nei 28.868 seggi disseminati in tutto il Paese, si esprimerà la “pancia” dei sudafricani, il malessere per condizioni sociali ed economiche ancora inadeguate.

Igiene pubblica, innanzitutto. Il rapporto 2006 dell’United Nations Development Program (Undp) ha confermato come «nel mondo attuale sempre più prospero e interconnesso, muoiono più bambini per mancanza di acqua pulita e di un gabinetto che per qualsiasi altra causa».

La mancanza di acqua pulita e di servizi igienico-sanitari di base sono la causa principale di morte, ancor prima di guerre e terrorismo.

La campagna contro le rivendicazioni dei poveri

La sfida dei gabinetti, in Sudafrica, è iniziata in una delle tante township che accerchiano Città del Capo, nell’estremo lembo meridionale del Continente: la più occidentale delle metropoli africane.

«Gli abitanti dei sobborghi poveri della città non saranno più costretti a fare i loro bisogni davanti agli occhi di tutti». Lo aveva sancito addirittura l’Alta Corte di giustizia della provincia, imponendo al Comune di recintare in modo adeguato tutti i 1.316 gabinetti pubblici esistenti. Sicuramente si trattava di servizi, ma decisamente poco igienici e anche irrispettosi della privacy. Un buco e poco più, nessun muro né tetto.

È solo la spia di una mancanza sostanziale, nonostante i proclami del governo, delle minime condizioni di igiene. Soprattutto nelle moltissime zone povere e degradate del Paese.

LA VOCE DELLE BARACCHE. Il movimento dei baraccati sudafricani, che si riunisce sotto la sigla Abahlali base Mjondolo parla chiaro e lo fa in piena campagna elettorale: «Niente terra, casa, acqua, elettricità, lavoro, uguale nessuna libertà. E nessun voto».

I servizi pubblici potrebbero esserci anche nelle baraccopoli, ha spiegato il comitato spontaneo, ma esponenti locali dell’Anc lo impediscono lucrando sull’emergenza. «L’African National Congress e Da (il partito d’opposizione Democratic Alliance di Hellen Zille, storicamente preferito dai bianchi) non sono soltanto anti-poveri ma combattono ogni politica autonoma dei poveri», hanno ringhiato i volontari ai megafoni tra gli ambulanti dei mercatini della domenica.

Gli slum chiedono acqua, corrente e presidi sanitari

Le precedenti elezioni amministrative del 2006 avevano visto l’Anc raccogliere il 64,8 % dei consensi, seguito dal 16% del Da.

Oggi però tira un’aria nuova in Sudafrica, un vento di inquietudine che parte dai sobborghi delle grandi città e dai territori più isolati. Le emergenze sono tante: la corrente elettrica razionata o che manca del tutto, una carente rete idrica pubblica, presidi sanitari inadeguati. E ancora, la mancanza cronica di abitazioni adeguate, nonostante il governo sbandieri le «226 mila unità abitative in costruzione in tutte le nove province del Paese».

LE PROMESSE DISATTESE. In campagna elettorale il presidente Zuma ha provato a distogliere l’attenzione da questi temi, ma con scarsi risultati. Le previsioni elettorali danno il suo partito al 56,6 %, ma questo non basterà ai sudafricani più poveri.

Continueranno a chiedere maggiore dignità , meno latrine a cielo aperto e più servizi nelle case. Più corrente e illuminazione pubblica e acqua dai rubinetti. Possibilmente non inquinata.

Giovedì, 19 Maggio 2011