Mondiali al Contrario L’Aquila come Durban

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Mondiali al Contrario L’Aquila come Durban

Il Comitato 3e32 de L’Aquila e l’Abruzzo social forum sono stati i compagni di viaggio della terza giornata della campagna promossa con il movimento Abahlali. Sabato tappa a Pisa [articolo di Michele Citoni]

Risveglio nella città terremotata questa mattina per la delegazione di Abahlali baseMjondolo e i suoi accompagnatori. Dopo la bellissima riunione tenuta ieri a “Casematte”, l’area dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio dove il collettivo aquilano 3e32 ha fatto da ospite nel suo spazio occupato con sala riunioni, bar e medialab, il viaggio di “Mondiali al contrario” ha percorso le strade impressionanti e amare della distruzione e dell’abbandono del centro cittadino, ma poi quella rigenerante e piena di speranza che conduce al villaggio autocostruito di Pescomaggiore. Il riflessivo e carismatico Thembani Jerome (TJ per gli amici), il giovane e coraggioso attivista Philani con il suo telefonino utilizzato per portare a casa più immagini possibile e Busisiwe, donna forte e attenta che sul suo immancabile quaderno ha annotato osservazioni e pensieri, insieme al miaaionario comboniano Filippo Mondini, a Fulvio Tortora di Castel Volturno e agli altri del gruppo, sono stati guidati da Sara Vegni del collettivo 3e32. Insieme a loro i ragazzi siciliani dell’associazione Radio Aut di Cinisi, che oggi tengono un altro incontro sempre a Casematte dedicato a Peppino Impastato. Camminando nelle strade al momento aperte al pubblico del centro storico dell’Aquila fino alla Basilica di San Bernardino, tra gli edifici danneggiati e vuoti, Sara ha illustrato la situazione della parte più antica della città mostrando i puntellamenti degli edifici, da quelli eseguiti inizialmente dai Vigili del Fuoco, poco invasivi, a quelli decisamente vistosi e costosi fatti dalle ditte coinvolte in seguito. “E’ un vero e proprio business del puntellamento, una manna per aziende scelte senza gara, a chiamata diretta”, ha spiegato Sara Vegni. Intanto, per il recupero e la ricostruzione, si resta fermi a generiche “linee guida” e chissà quando si comincerà a lavorare seriamente per il futuro della città. Il tentativo di far comprendere con poche parole ai visitatori sudafricani le imprese della “cricca” che riunisce imprenditori, politici e pezzi delle amministrazioni pubbliche si è rivelato più facile di quanto si sospettava. Nel frattempo nella piazza del Duomo veniva terminato il rimontaggio del tendone dove avvengono assemblee e iniziative dei cittadini, dopo il temporaneo smantellamento per il passaggio del Giro d’Italia. La piazza oggi è libera dalle macerie, grazie al “movimento delle carriole”: ed è qui che, venuto a sapere delle vicende di questa mobilitazione spontanea, Thembani è tornato a ribadire, coma ha fatto più volte in questo tour italiano, il ruolo essenziale dei movimenti popolari autonomi e autorganizzati, in Italia come in Sudafrica. Busisiwe si è interessata in particolare alla sorte delle strutture universitarie, ben comprendendone l’importanza per la vita culturale e sociale della città. Philani si è molto soffermato sulla rete alla quale centinaia di aquilani hanno appeso le chiavi delle proprie case distrutte, insieme a cartelli con scritte ora polemiche, ora commosse. “Tutti e tre – aggiunge Filippo Mondini – hanno anche pensato che sono molte le affinità tra la creazione dei transit camp di Durban e i campi di L’Aquila, dove le comunità locali sono state escluse dalle decisioni sulla gestione del territorio”.

Il tempo è passato velocemente e, dopo un rapido spuntino, la carovana composta dal furgone prestato dai comboniani di Napoli e da altre auto si è mossa verso una delle frazioni esterne, a quindici chilometri di distanza dal centro ma sempre nel comune dell’Aquila. “*Pescomaggiore* è un borgo di poche case – ha ricordato Sara Vegni durante il tragitto – dove già nel 2007 era nato un coordinamento per opporsi all’ennesima delle tante cave che devastano il territorio abruzzese grazie all’assenza di un piano cave e di strumenti urbanistici di tutela, così come agli oneri molto bassi dell’attività estrattiva”. In queste condizioni gli operatori hanno mano libera e fanno affari d’oro. Ma se la cava è enorme e lavora a pieno ritmo, il territorio, con le sue colline verdi, è ancora bellissimo. A Pescomaggiore i tre sudafricani (un po’ infreddoliti in queste giornate aquilane al quanto piovose) hanno trovato dei lavori in corso: una delle case fatte di struttura in legno, tamponature in paglia e altri materiali naturali del territorio circostante, veniva tirata su da alcuni volontari. La scelta di questa tecnologia, povera ma del tutto adeguata allo scopo e con molti vantaggi per l’impatto ambientale e la salubrità dell’abitare [come raccontato qualche mese fa su Carta], è stata fatta sia come risposta autonoma al bisogno abitativo generato dal terremoto del 2009 che come iniziativa dimostrativa rivolta a quanti mettevano in contraddizione la lotta contro la cava osservando che “nel cemento ci abitate pure voi”. Antonio Cacio e Dario D’Alessandro hanno spiegato nel dettaglio a Thembani, Busisiwe e Philani le tecniche costruttive adottate nel nuovo borgo. “È tutto molto semplice, solo il tetto presenta qualche complicazione in più”, ha osservato Thembani. “Queste soluzioni autocentrate mi sembrano un’ottima idea che potrebbe essere utile anche nel nostro territorio, soprattutto nelle aree rurali del Sudafrica”, ha proseguito TJ. “D’altra parte – ha aggiunto Antonio – i calcoli strutturali che abbiamo fatto sono a disposizione di tutti”. Ma Busisiwe e gli altri sono apparsi colpiti anche dalle soluzioni ecologiche per lo smaltimento delle deiezioni e soprattutto dalla “formula” dei preparati per lavare privi di composti chimici. “Senza la formula non ci muoviamo da qui”, hanno scherzato i tre attivisti di Abahlali. Richiesta accolta, poi il pecorino locale e un vino bianco “della casa” hanno suggellato il patto.

Una breve tappa al medialab di 3e32 è stata necessaria ai tre per contattare i compagni alla sede centrale di Durban. L’ambasciatrice sudafricana in Italia Thenjiwe Mtintso, interpellata da un giornalista [che aveva partecipato alla presentazione di Mondiali al contrario organizzata a Carta], ha infatti dichiarato ieri di essere disposta a incontrare la delegazione del movimento Abahlali. Ma se e come eventualmente rispondere a questa affermazione è materia di cui investire il movimento nel suo complesso, secondo le regole di partecipazione democratica a cui Abahlali tiene più d’ogni altra cosa. Dopo l’invio di e-mail e qualche telefonata, la questione è rimasta per il momento in sospeso e la carovana di “Mondiali al contrario” è ripartita per Chieti, dove in serata si tiene l’incontro organizzato da Abruzzo Social Forum, Libridine e Circolo Arci e a seguire un altro con Pac Christi a Pescara. Sabato tappa a Pisa.