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la Unita: Povertà, si gioca “mondiale al contrario”

http://www.unita.it/news/calcio/100198/povert_si_gioca_mondiale_al_contrario

Povertà, si gioca “mondiale al contrario”

Alla vigilia di Italia-Nuova Zelanda, c’è un altro campionato che si gioca negli stessi giorni. È il Mondiale al contrario di chi dal Sudafrica è venuto in Europa e in Italia per far conoscere un’altra faccia del Paese. «Perchè il denaro e i ricchi possono muoversi liberamente intorno al mondo, mentre i poveri devono affrontare i fili spinati, la violenza degli eserciti, le file e le deportazioni?»: sono le parole di Andrada, attivista di Abahlali BaseMjondolo («quelli che vivono nelle baracche», in lingua zulu). Questo movimento di baraccati con sedi in più di 40 città, in particolare a Durban, sta facendo conoscere in Europa che cosa significa la Coppa del Mondo per i sudafricani più poveri, è una campagna in Italia promossa da Carta con l’appoggio dei missionari comboniani, a cominciare da Alex Zanotelli, e che sta facendo pressione anche sull’ambasciata sudafricana in Italia.

«Il Sudafrica sta ospitando un grande evento all’insegna del calcio-spettacolo, che fa circolare denaro, turisti e tifosi, un grande evento – dicono gli attivisti – che ha già prodotto grandi opere, investimenti ma anche sfratti, speculazioni pagate a caro prezzo dalle fasce più deboli della popolazione. Stanno descrivendo un Paese pacificato e armonioso, una moderna democrazia africana sorta sulle rovine dell’apartheid. Noi vogliamo raccontare un’altra storia: una storia di segregazione e razzismo, una storia di lavoratori immigrati senza diritti, fatti oggetto di sfruttamento e linciaggi, di baracche demolite per nascondere la faccia cattiva dello sviluppo, per confinare ‘gli impoveritì nelle periferie sempre più estreme delle megalopoli».

Busisiwe, Thembai e Philani stanno facendo da una ventina di giorni una specie di tour per condividere queste storie. Sono andati, oltre che a Milano e Roma, anche a Castelvolturno e Rosarno per ri-conoscersi nelle rivolte dei ghetti neri in Italia. «Riteniamo centrale nella costruzione del nuovo Sudafrica – dicono – la promozione dei diritti e del ruolo sociale e politico dei popoli, in particolare degli abitanti delle baraccopoli che vengono forzatamente sfrattati e fatti vivere in transit camps, mentre ai venditori di strada è stato proibito di vendere». Per il movimento degli abitanti dei ghetti, la Coppa è diventata «occasione per ristrutturare le città secondo criteri che favoriscono solo le elite. I poveri vengono spinti fuori dagli occhi di turisti e giornalisti». Questo movimento di base in realtà è impegnato da anni nel diritto alla terra e a un’esistenza dignitosa negli slums, ma ha colto l’occasione dei mondiali per farsi conoscere fuori del Sudafrica, forte di quella che considera una vittoria importante, ossia una sentenza che ha dichiarato incostituzionale lo Slum act, la legge che avrebbe garantito ai Municipi di radere al suolo gli insediamenti. Una vittoria che è stata in parte macchiata dal sangue degli scontri, delle uccisioni e delle detenzioni avvenute nel settembre 2009 nell’immenso slum di Durban.
19 giugno 2010

Mondiali al contrario: Intervista Thembani Ngongoma

http://www.globalproject.info/it/mondi/Sudafrica-Mondiali-al-contrario/5061

Intervista a Thembani Jerome
2 / 6 / 2010

In Italia per la campagna «Mondiali al contrario» promossa dal settimanale Carta, alcuni missionari comboniani e altri cittadini, singoli e di organizzazioni sociali sono arrivati tre esponenti del Movimento Abahlali baseMjondolomoviment-o delle township sudafricane, represso dal potere e dalla polizia locali, che si batte per dare voce a chi vive negli slum e che il governo vorrebbe rendere invisibile e muto agli occhi dei turisti e degli atleti che si stanno recando in SudAfrica per la Coppa del Mondo di calcio.

Durante il giro in Italia Thembani Jerome è stato ospite del Presidio No Dal Molin a Vicenza.

Durante l’iniziativa è stata realizzata una intervista audio.

Nell’intervista si inizia con una valutazione sulla Coppa del Mondo e su come i poveri, che sono la maggioranza in Sudfarica non riceveranno niente da questo evento.

“La realtà delle baraccopoli non è cambiata dal 1994. Avevamo sperato di vivere in un altra maniera ma non la situazione non è cambiata. Il Governo ha costruito grandi stadi e grandi infrastruttre e non case per i poveri. Potremo andare a vedere una partita ma torneremo in case senza acqua, servizi ..

Quando chiediamo terra per costruire il nostro futuro ci viene detto che non si può che non ci sono leggi che ci diano il diritto alla terra.

Avevamo eletto questi politici per cambiare le leggi a favore dei poveri. Se guardiamo ai documenti del ANC quando lottavamo per la liberazione adesso niente di quello che è stato scritto è diventato realtà.

Ci sentiamo traditi e amareggiati per questo.

Per questo pensiamo di boicottare la Coppa del Mondo. La repressione immaginiamo sarà durissima ma non staremo in silenzio. Organizzeremo azioni vari per dire quello che pensiamo.

La nostra organizazione è basata sulla gente delle baraccopoli, dopo gli attacchi che abbiamo subito il movimento si è allargato ad altri settori sia urbani che rurali.

Siamo qui per raccontare la Coppa del Mondo dei poveri, di quelli che lottano ogni giorno e per far conoscere le nostri voci che oggi sono inascoltate dai nostri governi.”

Canale TV Rainews 24: Mondiali al contrario

here to watch this video at the Canale TV Rainews 24 website (it is in Italiano and English).

We are all agreed that there is a serious crisis in our country. The poor are being pushed out of any meaningful access to citizenship. We are becoming poorer. We are being forced off our land and out of our cities. The councillor system has become a form of top down political control. It does not take our voices upwards. The democracy that we won in 1994 is turning into a system of oppression for the poor.

The World Cup in South Africa doesn’t mean anything to the poor people. That is so unfortunate for us poor people because we are not going to benefit anything out of it. We as a movement believe that the construction of the stadiums was at the cost of the poor people. Because we feel that the government decided to make preparations for the World Cup instead of building us the houses that we were promised since 1994. No we feel betrayed because we have realised that the funds are available to build these houses but we feel that we are being sidelined. The World Cup is a great event for African and South Africa. We are supposed to be happy but we are not. How can we be happy to go and watch the people playing for the World Cup and yet when the games are over we go back to the very same shacks where there is no food, no water, no electricity.

Well Abahlali in South Africa, I can safely say that they are the only movement that addresses the problems of the poor people, the social problems of the poor people. Abahlali movement is the movement that amplifies the voice of the voiceless. Because if you say something as a poor person no one is prepared to listen to you. But as a collective, as a movement, we have managed to get some of the attention.

We also work with churches like the Diakonia and the DDC and, yes, other NGOs. But the NGOs that are, in particular, working towards developing the culture of a bottom up approach. Because as an organisation we refuse for some other people to take decisions for us. The movement is controlled by the people and we want it to remain so.

Unfortunately the government regards Abahlali baseMjondolo as a threat to the state security. But I wish to put this message across. That Abahlali baseMjondolo is only a social movement. It will never be a threat to the government, it will never be a threat to the state security. We are only seeking for justice, social justice in our communities. We believe that the government that is in power now is our government. We voted them into power. So we feel that it will be stupid for the South African community to break the very same government that we have put into power. We are seeking for social justice in the community. We want the government to work for the people, not to decide for the people.

If you look at the amount of monies that have been spent a lot of houses could have been built, a lot of basic services could have been delivered to the poor people during the period from 1994 up until 2009. As a member of Abahlali we stand deep rooted to our decisions. We won’t be going to the stadiums as an organisation Abahlali.

But we know that the security is tight in South Africa. We are the responsible leaders of the movement. We do not want to risk causalities. But we are busy deciding on some other means to demonstrate peacefully that we are not happy about the World Cup.

– Thembani Ngongoma, Canale TV Rainews 24